Tutto sembra avere un senso...!
Stanca della solita programmazione che focalizzava tutte le attività intorno alle stagioni, quest’anno a settembre 2019, ho iniziato un percorso didattico che ho intitolato “IO ABITO IL MONDO” di cui ho pubblicato solo la prima UDA.
Riflettendo su quello che oggi sta accadendo, sull’angoscia che invade i nostri cuori e sul senso di smarrimento che ci affligge, questa programmazione risulta essere precorritrice.
I punti trattarti si possono riassumere in due principi basilari:
- Il rispetto per il prossimo, in tutte le sue diversità;
- Il rispetto per il nostro pianeta che è la “casa”dell’umanità.
L’umanità è legata da un destino comune, ormai il mondo è diventato “piccolo” tutti dobbiamo prendercene cura, rispettando determinati comportamenti e acquisendo la consapevolezza che dalle nostre azioni dipendono le sorti, non solo personali, ma di tutta l’umanità.
La scuola è il primo luogo dove devono essere trasmessi questi valori, ancor prima di qualsiasi altra disciplina. Sono fermamente convinta che la scuola dell’infanzia deve essere la prima a trasmetterli, perché quello che i piccoli vivono emotivamente e apprendono in questa età, diventa parte del loro essere.
Questo virus, paradossalmente e a caro prezzo, ci sta imponendo un comportamento utile per proteggere il mondo dall’inquinamento ambientatale, un comportamento che predichiamo ormai da più di un decennio, ma che non siamo mai riusciti ad attuare in maniera così “efficace”; ma soprattutto ci sta facendo riflettere su alcuni modi comuni di pensiero, che necessariamente devono essere rivisti.
Questo virus, paradossalmente e a caro prezzo, ci sta imponendo un comportamento utile per proteggere il mondo dall’inquinamento ambientatale, un comportamento che predichiamo ormai da più di un decennio, ma che non siamo mai riusciti ad attuare in maniera così “efficace”; ma soprattutto ci sta facendo riflettere su alcuni modi comuni di pensiero, che necessariamente devono essere rivisti.
Fino a pochi giorni fa non facevo altro che ripetere “non ho tempo”... adesso che ne ho tanto e sono costretta a stare a casa, mi riaffiorano in mente vecchi ricordi di quando ero piccola, quando mia mamma da brava casalinga pianificava e programmava tutte le faccende giornaliere, scandite da attività ben precise, e a fine giornata, stanca ma soddisfatta, pensava ad alta voce a cosa doveva fare l’indomani.
Ricordo come in famiglia si rispettava il cibo evitando gli sprechi e come io da piccola dovevo centellinare le caramelle perché sapevo che non potevano essere facilmente rimpiazzate, perché nel mio paese non c’era il supermercato e la spesa si faceva solo quando era necessaria.
Ricordo il calore della casa come luogo che riuniva la famiglia, soprattuto nel fine settimana, luogo spesso e volentieri sostituito, adesso, dai centri commerciali.
Ma soprattutto ho riflettuto sul fatto che, oggi più che mai, dobbiamo riappropriarci dei nostri ruoli in modo responsabile, cercando di dare il massimo, ognuno per le nostre competenze, evitando di attribuire sempre le colpe agli “ALTRI”. Perché gli altri siamo anche “NOI”! È solo una questione di prospettiva.
Diamo quindi, il giusto valore a tutte le ISTITUZIONI , rispettando le regole, evitando chiacchiere inutili e poco fruttuose, avendo l’umiltà di comprendere che da soli non andiamo da nessuna parte ma insieme possiamo farcela.
Augurando che questo periodo finisca presto, concludo con una strofa della filastrocca che ho scritto a settembre per l’accoglienza, dal titolo Un mondo di amici : “ Anche se diversi siamo unici e speciali, e volendoci bene diventiamo eccezionali”.
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